Ho appena guardato (in realtà riguardato) “Miss Peregrine e la casa dei bambini speciali” e pensavo a quale giorno avrei scelto per creare un anello temporale.
Avrei scelto il 6 Gennaio 2018.
Avevo un ristorante bellissimo, quasi il locale dei miei sogni, chiuso per ferie; ero in vacanza con un ragazzo che amavo e che pensavo mi amasse alla follia; avevamo una casa stupenda, avevo due genitori, una sorella, amici, progetti…
Il giorno dopo ricevetti una di quelle chiamate che nessuno vorrebbe mai ricevere. 24 ore dopo non avevo più un padre e di conseguenza un lavoro e la mia famiglia per me non è più stata una famiglia da quel giorno. Poi ho scoperto che il mio ragazzo mi aveva tradita e che non mi amava più.
Forse non mi amava più già il 6 Gennaio di due anni fa, forse quel giorno non era tanto perfetto come pensavo. Forse la mia vita non era così perfetta. Forse posso essere più felice di adesso e anche più di quanto non lo fossi due anni fa.
O forse no.
Come si fa a capire quale sia la scelta giusta? Come si fa a capire se si ama qualcuno?
Mia zia dice che non bisogna pensare a queste cose, sono decisioni da prendere di pancia “se ti fai delle domande, allora non è amore, l’amore ti brucia dentro, quando lo senti non hai dubbi, non puoi averne!”.
Lei è una single incallita che ha basato l’intera sua esistenza su decisioni di pancia, anyway, le voglio un gran bene.
Io ho sempre pensato che l’amore fosse una sensazione fortissima, una roba da fuochi d’artificio.. eppure l’unica volta che penso di essermi innamorata non è stato così, è stato più un processo lento e costante ma Dio quanto mi manca quella serenità, quella stabilità.
Una volta lessi su un libro che ci sono amori folli e amori calmi. All’epoca la mia vita era un casino quindi probabilmente avevo bisogno di un amore tranquillo. Forse gli amori folli sono destinati a bruciare in fretta.
Sicuramente mia zia ha ragione: non devo pensare troppo, non posso pretendere di razionalizzare tutto. Soprattutto non in questo momento di zone arancioni e coprifuoco e lockdown, dove piuttosto che continuare la mia esistenza fatta di lavoro, passeggiate monotone, film in TV e convivenza forzata con mia madre, preferirei la mia vecchia vita “perfetta” e patinata del 2018.
Adesso smetto di pensare, giuro.
In ogni caso, mi manchi, cazzo se mi manchi.